Akhela, Fiom chiede ritiro procedura mobilità

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I segretari Fiom Mariano Carboni e Samuele Piddiu insieme a una
delegazione di lavoratori Akhela hanno incontrato stasera il
presidente della Regione Pigliaru e l’assessore all’Industria Piras.
Dopo l’avvio delle procedure di mobilità per 49 dei 173 lavoratori, si
è inasprita la vertenza che da oltre un mese ha portato allo stato di
agitazione dei dipendenti, con l’azienda che ha negato ogni
possibilità di trattativa alternativa ai licenziamenti. In un incontro
ieri in Confindustria infatti, la Fiom ha chiesto il ritiro della
procedura per aprire un confronto su ipotesi alternative, come la
razionalizzazione dei costi o i contratti di solidarietà.

Sindacato e lavoratori hanno espresso soddisfazione per la
disponibilità all’ascolto da parte del presidente Pigliaru e
dell’assessore, ai quali hanno spiegato come già dalla vendita di
Akhela, nel 2012, da parte di Saras, ci fosse preoccupazione per la
scelta di cedere l’azienda a Solgenia, un soggetto non ritenuto
affidabile. La situazione attuale conferma purtroppo le peggiori
previsioni, con i licenziamenti, una gestione manageriale discutibile
e la conseguente assenza di prospettive per un’azienda che solo
qualche anno fa aveva grandi potenzialità di espansione.

Al presidente Pigliaru la Fiom ha chiesto “un impegno diretto a
garanzia del futuro della più importante impresa dell’Ict in
Sardegna”. Il sindacato sottolinea che la stessa Saras, dopo aver
creato Akhela con finanziamenti pubblici l’ha ceduta nel 2012 a
Solgenia, non possa esimersi da una responsabilità sociale e, insieme
a questo, che non possa restare indifferente rispetto agli stessi
interessi diretti visti i rapporti attuali, gli impegni presi nei
contratti di cessione, gli stessi versamenti a saldo dell’acquisto.

I segretari Fiom hanno chiesto che sia valutata anche l’ipotesi che
nuovi soggetti siano incoraggiati a investire in quel territorio. Come
dire che Solgenia può anche essere sostituita, di sicuro che “non si
può lasciare che venga distrutta un’azienda con così grandi
potenzialità di crescita, arrivata a contare prima del 2012 circa 400
dipendenti di cui oltre 200 in Sardegna, con un fatturato di oltre 28
milioni di euro, la 76° azienda di Ict in Italia”.

Dopo aver ascoltato le ragioni dei lavoratori il presidente Pigliaru
ha spiegato come il ruolo delle istituzioni sia quello di lavorare sul
contesto in cui le imprese si trovano ad operare, annunciando
l’impegno, già per domani, di fare un approfondimento sulla
situazione.

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