Assl Cagliari, biologhe precarie da vent’anni
Ats e assessorato regionale alla Sanità devono decidere se anche in Sardegna, come hanno fatto già in altre aziende sanitarie d’Italia, si possa realizzare la procedura prevista dalla legge Madia e dalle delibere della Giunta regionale per stabilizzare tre biologhe precarie che da vent’anni lavorano all’ospedale Binaghi: è l’appello della Fp Cgil regionale e di Cagliari che hanno avviato da mesi una vertenza rimasta irrisolta a causa di una rigida interpretazione delle norme. A nulla sono valsi gli incontri con l’Assessorato alla Sanità e l’Ats, condotti dalla FP Cgil, che sino ad ora si sono rifiutati di perseguire le strade intraprese da altri e che solo poche settimane fa, si sono impegnati a chiedere un parere specifico al ministero della Salute, del quale, per adesso, non si sa nulla, neppure se sia stato formulato.
Nel frattempo, le tre biologhe, dopo anni di co.co.co, lavorano con un contratto di libera professione con partita iva, anche se svolgono lo stesso lavoro da vent’anni, sempre nel Laboratorio di Immunogenetica e immunologia dei Trapianti, Struttura complessa di Genetica medica della Assl cagliaritana. Si occupano della compatibilità degli organi da trapiantare, l’analisi del dna di chi dona o di chi ha bisogno di midollo osseo in tutta la Sardegna, e di altre attività connesse che hanno a che vedere con la vita e la morte delle persone.
La ragione formale che ha inchiodato alla precarietà le tre lavoratrici è che per essere assunte per lavorare come biologhe sarebbe indispensabile l’inquadramento – che le lavoratrici non chiedono e che il sindacato non ritiene necessario – come dirigenti. Una posizione che molte aziende sanitarie (in Liguria, Lombardia, Emilia Romagna e anche in Sardegna all’Arpas) non condividono e non praticano, in coerenza anche con i chiarimenti già forniti anche dal Ministero della Salute. Sarebbe infatti sufficiente utilizzare un profilo intermedio non dirigenziale, ben individuato dal contratto collettivo: quello di collaboratore tecnico professionale, utile a far fronte alle esigenze nei settori tecnici, dove operano, appunto le tre biologhe.
Alla Assl di Cagliari invece, sembra che prevalgano altre impostazioni. A nulla sono valse le richieste avanzate dal direttore della struttura, che ha sollecitato invano, per anni, l’inserimento nell’organico stabile di tre collaboratori tecnici professionali.
Nel frattempo, le attività legate al trapianto di organi e cellule staminali sono garantite 24 ore su 24 da biologhe precarie con partita iva, che fanno i turni insieme al resto del personale ma non fanno parte dell’organico stabile. Da qui la richiesta della Fp Cgil, affinché Ats e Assessorato risolvano al più presto la situazione e diano il via libera alla procedura per la loro stabilizzazione.