Impossibile comunicare con l’Inps, utenti in balia di ritardi e inefficienze
L’Inps di Cagliari è un fortino inaccessibile, con il quale non si può comunicare – né di persona, né via email, né al telefono – e così, a utenti o intermediari come patronati e organizzazioni sindacali, non viene data alcuna spiegazione sugli eclatanti ritardi delle pratiche. La denuncia è della segretaria Fillea Cgil Cagliari Erika Collu: “Proviamo quotidianamente, in tutti i modi e senza alcun riscontro, a interloquire con gli uffici territoriali, l’unica interfaccia è il call center nazionale ma da Roma arrivano risposte parziali mai verificabili, perché il rimbalzo delle responsabilità a Cagliari non trova alcun interlocutore”.
“E’ una situazione insostenibile – aggiunge la segretaria generale della Camera del Lavoro Cgil di Cagliari Simona Fanzecco – che si scarica sulle spalle dei singoli cittadini, lavoratori, pensionati, lasciati soli e senza spiegazioni, in balia dei ritardi e delle inefficienze di un istituto che ormai appare scollegato con il mondo reale”. La Cgil di Cagliari sottolinea che il deficit negli organici Inps è un problema serio che va affrontato e risolto al più presto.
Dall’Istituto di previdenza nazionale dipende il vissuto quotidiano di molte persone, si pensi alle lentezze nell’erogazione dei sussidi di mobilità o cassa integrazione, oppure alle domande di pensione in attesa di risposta persino da sette mesi: “E’ il caso, emblematico, di un lavoratore edile, uno dei tanti, per il quale a settembre scorso abbiamo inoltrato, tramite il nostro patronato Inca Cgil, la pratica per l’Ape sociale”, spiega la segretaria Fillea Cgil sottolineando che fino a oggi “l’Inps ha totalmente ignorato la domanda, non è arrivato l’assegno né alcuna comunicazione su qualsivoglia motivazione in base alla quale la pratica è ferma”.
La situazione è insostenibile e sta portando all’esasperazione un lavoratore che ha svolto anni di faticoso lavoro e ora si vede negato un diritto: il riconoscimento dell’Ape sociale, con la riduzione a 32 anni della soglia previdenziale di accesso alla prestazione pensionistica riconosciuta ai lavoratori edili per lavoro gravoso, è il frutto di una battaglia sindacale: “Abbiamo convinto il governo nazionale della bontà della nostra proposta, ora dobbiamo scontrarci con le inefficienze dell’Inps, è paradossale, oltre che inaccettabile.”
Numerosi problemi sono stati riscontrati anche sulle domande al Fondo di Garanzia, anche in questo caso senza alcuna risposta per mesi: il sindacato inoltra solleciti ai quali nessuno fornisce riscontro, l’Inps ignora persino le pec. Il risultato è che spesso si è costretti a ricorrere ad azioni legali che poi gravano sulle casse pubbliche.
“La digitalizzazione della quale l’Istituto tanto si vanta è un bluff – conclude la segretaria Fillea Cgil Cagliari – come unico effetto ha avuto quello di creare un muro invalicabile, di abbandonare le persone e negare loro i diritti”. Quanto si deve attendere perché ci sia un intervento concreto che colmi la distanza tra l’Inps e il mondo reale?