Ricerca e sviluppo, no alla fusione dell’Osservatorio Astronomico con Bologna
“Una decisione unilaterale, priva di ragioni scientifiche e lesiva dell’autonomia di un istituto di ricerca storico e prestigioso”: è il giudizio della Camera del Lavoro di Cagliari e della Flc Cgil territoriale sulla decisione dell’Istituto nazionale di Astrofisica (Inaf) di accorpare l’Osservatorio Astronomico di Cagliari e l’’Istituto di Radioastronomia di Bologna. Un processo avviato da una delibera di qualche giorno fa che preoccupa il sindacato per i riflessi che potrebbe avere sulle prospettive dell’Osservatorio e delle attività di ricerca connesse, dei livelli occupazionali e della stessa destinazione delle risorse per nuovi progetti.
Ieri sera tardi i lavoratori riuniti in assemblea hanno bocciato l’avvio di questo percorso, intrapreso senza alcun confronto e senza alcun chiarimento a supporto del nuovo assetto organizzativo che precede persino la definizione di un piano programmatico. Prima si decide di accorpare Cagliari e Bologna, spostando il centro direzionale nella sede di Roma, e poi si rimanda ogni ragionamento su strategie e piani per il futuro. Da qui la presa di posizione del sindacato a difesa dell’autonomia dell’Osservatorio, realtà storica costituita in Sardegna nel 1899. L’auspicio quindi, è che il processo di accorpamento non si compia, come d’altronde è avvenuto a Roma e Teramo dove simili tentativi sono già falliti.
“In questi ultimi anni – sottolinea il sindacato – la struttura cagliaritana dell’Inaf ha intrapreso un percorso di espansione e di sviluppo che ha portato alla realizzazione della nuova sede a Selargius e del Radiotelescopio di San Basilio. Questo anche grazie agli stanziamenti per la Ricerca disposti dalla Regione, impegnata nel rilancio del territorio e nel finanziamento di numerosi progetti che consentono il mantenimento di contratti lavorativi del personale precario (un terzo dell’organico), e la produzione di ricerca di qualità”.
Si tratta dunque di una realtà importantissima che rischia di essere compromessa dal nuovo assetto: “Troppe volte – denunciano Cgil e Flc Cagliari – in tutti i campi produttivi sono state attuate in Sardegna pratiche riorganizzative che si sono poi rivelate solo una fase del processo di disimpegno e di abbandono delle attività sul territorio, con implicazioni pesantissime di desertificazione occupazionale e sociale dell’Isola”. Perciò la protesta contro la fusione dei due istituti di Cagliari e Bologna va a sostegno del mantenimento e incremento dei livelli occupazionali (a partire dalla stabilizzazione dei precari), della diffusione delle conoscenze scientifiche, in particolare nell’istruzione e conoscenza superiore, alla base di qualsiasi sviluppo economico e sociale del territorio. Una battaglia sostanziata da un presupposto fondamentale: mantenere l’autonomia e la qualità dei processi di ricerca.