Porto industriale, appello alle istituzioni per superare la fase di incertezza
Promette battaglia il sindacato confederale e di categoria per difendere il futuro del Porto industriale di Cagliari che attraversa una fase di incertezza: “Ci sono opportunità di rilancio che devono essere immediatamente valorizzate”, hanno detto il segretario della Camera del Lavoro Cgil Carmelo Farci e la segretaria Filt Massimiliana Tocco chiamando in causa tutti i soggetti che concorrono alla gestione del Porto: Comune, Città metropolitana, Regione e Autorità di sistema portuale del mare di Sardegna.
Ieri al ministero dei Trasporti si è discusso del percorso utile a concretizzare l’avvio di un’agenzia del lavoro specifica per il settore portuale così come prevede la legge: “Si tratta di un passaggio importante utile a gestire i picchi e le flessioni fisiologiche nel lavoro portuale, una garanzia a tutela delle attività e dei lavoratori coinvolti”.
E’ questo uno dei nodi affrontati ieri a Roma nella riunione che però ha allargato l’orizzonte della discussione anche al tema più generale del Porto industriale e delle sue prospettive. “C’è chi punta a sottolineare il calo di traffico per ragioni che niente hanno a che fare con l’interesse collettivo dell’area di Cagliari e dell’intera Sardegna” – hanno detto i sindacalisti Cgil sottolineando invece “l’incremento di parti consistenti di attività indispensabili e insostituibili”.
In base ai diversi periodi dell’anno varia da settecento a mille il numero di lavoratori coinvolti in attività che generano indotto e contribuiscono a far crescere l’economia del territorio: “Si tratta di intervenire sui fattori che rappresentano un freno per lo sviluppo del traffico portuale, ad esempio – sostiene la Cgil – puntando sull’ampliamento e sulla diversificazione delle attività, come la lavorazione delle merci e il packaging, e sviluppando anche altri segmenti produttivi legati al settore industriale e manifatturiero del territorio”. Secondo il sindacato è necessario investire su attività nuove e specifiche che lo rendano attrattivo e competitivo nel mercato, un ragionamento che non può essere slegato da misure di fiscalità agevolata.