Stipendi non pagati, sciopero al cantiere di Uta

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Stipendi arretrati non pagati e accantonamenti alla cassa edile non versati. Sono queste le ragioni che hanno costretto, ancora una volta, i lavoratori impegnati nella costruzione del nuovo carcere di Uta a incrociare le braccia sospendendo l’attività lavorativa.

La consegna dell’opera, commissionata dal ministero delle Infrastrutture, rischia di slittare nuovamente, non certo per  volontà dei lavoratori, ma per le continue inadempienze della società costruttrice, la Opere Pubbliche. Una situazione intollerabile secondo i sindacati, che in questi anni si sono scontrati continuamente con la società Opere Pubbliche, proprio per i costanti ritardi nei pagamenti. Le responsabilità dell’azienda sono gravi ed evidenti ma i sindacati sottolineano come non sia accettabile che lo stesso committente non si faccia carico della situazione. Il ministero avrebbe infatti comunicato nei giorni scorsi l’impossibilità di pagare gli stipendi arretrati perché dal 31 luglio è scaduta la nomina del commissario straordinario che garantiva i pagamenti diretti sulla base di un provvedimento governativo.

Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil di Cagliari hanno inviato oggi una formale richiesta al ministero, e per conoscenza al Prefetto di Cagliari, affinché si sostituisca nel pagamento di ciò che spetta ai lavoratori bloccando i pagamenti in favore dell’azienda. Secondo i sindacati è questa l’unica possibilità per avere la certezza dei pagamenti, per i tredici operai ancora al lavoro nel cantiere e per gli altri trenta già licenziati che non hanno ricevuto il tfr e i versamenti alla cassa edile. Fino a quando non verranno pagati gli emolumenti finora maturati è sospesa ogni prestazione di lavoro.

 

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